martedì 22 aprile 2025

Vacanze 2024: Mont Ventoux. Venerdì 16 agosto




Siamo sulla via del ritorno, e questo sarà l'ultimo post su queste vacanze francesi. Era ora, no? Però il Mont Ventoux volevo proprio andarlo a vedere. Saranno 40 anni che mi saluta da lontano quando passo da queste parti, o quando lo vedo per televisione come tappa del Tour de France.



Salendo dal versante sud, poco prima della vetta trovate un brasserie ed un piccolo parcheggio, un altro appena sotto al cocuzzolo e un terzo subito dopo. Tra tutti, a spanne, ci saranno una cinquantina di posti, forse qualcosa in più.. Quattro - cinquecento metri più avanti (in linea d'aria, la statale però fa un paio di tornati quindi sembrano molto di più) c'è un parcheggio più grande, buono pure per i camper. Da li si può andare anche all'osservatorio astronomico.




Ed eccoci qui, in cima al Monte. Come il Petrarca, il 26 aprile 1336. Pare sia la prima ascesa documentata al Mont Ventoux. Il vento c'è ma (altro "pare") pare che il toponimo non c'entri con Eolo ma con la parola pregallica "ventur", che significa "colui che si vede da lontano". E da lontano si vede, per davvero..




I panorami da qui sono favolosi: si vede tutta la Provenza. Si vedono il Rodano e le Alpi, il Massiccio Centrale e le Cévennes, Avignone, la Camargue, la pianura della Crau, il Mar Mediterraneo con tutto il Golfo del Leone, e, nelle giornate più limpide, anche la cupola di San Gaudenzio, Milano e la Madonnina..


Questo è il memoriale dedicato a Tom Simpson, morto in questo punto il 13 luglio 1967 durante la tredicesima tappa del Tour de France. Se passate da queste parti, non mancate di porgergli omaggio, mi raccomando.


E per queste vacanze è tutto, gente. Ma non temete a breve lanceremo la nostra pallina da qualche altra parte. Alla prossima.

on aprile 22, 2025 by Fabrizio |  

sabato 19 aprile 2025

lunedì 7 aprile 2025

Vacanze 2024: Pignan. Giovedì 15 agosto - Speciale Birdwatching


 Oltre che autisti di Arya, Marghe ed io siamo anche occasionali birdwatchers. Occasionali da quando c'è lei, prima ci davamo dentro parecchio. Comunque, sulla strada del ritorno ci siamo presi la libertà di fare una sosta da due amici, birdwatchers anche loro, solo più bravi. La pioggia non ha ancora mollato (non del tutto, almeno). Ma checcefrega ma checceimporta: birdwatching bagnato, birdwatching fortunato. Anche se non proprio felice, come il Gheppio (o Grillaio, francamente non ricordo) qui in foto. 


Prima di addentrarci in questo 'speciale', vorrei inquadrare un attimo la geografia del posto. Il cuore dell’avventura di oggi è Pignan, poco fuori Montpellier, a una sessantina di chilometri dal Parco naturale regionale della Camargue. In altre parole, giusto sotto una delle più importanti rotte migratorie d’Europa. Ma non è tutto: come potete vedere dalla cartina – gentilmente concessa da OpenStreetMap a sua insaputa – il territorio qui intorno dispone di tutte le comodità possibili: montagnette, montagnole e mottarozzi, laghetti, lagune, colline, campi coltivati, garighe montane e garighe costiere, mare, spiagge e, ovviamente, il classico quant'altro. Aggiungeteci un clima mediterraneo, che già di suo è una fabbrica di biodiversità ovunque lo piazzi, e il risultato è un ambiente spettacolare da visitare… anche nel periodo sfigatissimo per il birdwatching in cui arriviamo noi


Ed eccoci qui: Marghe e Matteo stanno di vedetta, io e Arya facciamo le foto. Questa è zona di Averle, Gruccioni, Ghiandaie Marine, Rapaci Vari ed affini. E difatti un po' ne vediamo. Poi arriva un temporale e ci troviamo tutti sott'acqua, come nella prima foto in alto.. 


E allora scendiamo verso la costa, verso le lagune. Il tempo migliora, e anche l'umore. La foto l'ha fatta Matteo, così ci stiamo su anche io ed Arya. 


Ci sono anche i fenicotteri,  ma da queste parti non sono una rarità..


Questa sì che è una rarità, invece: un Falaropo Beccosottile. Grande una spanna, già in bianco e nero, a mille miglia di distanza, ma c'è. E sono soddisfazioni 😊


Ed eccoci qui, appunto, tutti felici e contenti. Allora: il giro a Pignan del 2024 è stato più un giro di amicizia e convivialità che di birdwatching, e non vorrei che questo vi portasse a pensare che ho esagerato nel definire questa zona "straordinaria". Quindi aggiungo qualche foto di quello dell'agosto 2017, che è stato invece più intenso. Don't believe me, just watch.


Galline Prataiole


Pollo Sultano (al centro della foto).


Sterna Zampenere


Storno Triste


Gufi Reali

E ho messo solo quelle più interessanti, ma potevo anche aggiungere un Falco Pescatore, diversi Gruccioni e Ghiandaie Marine, Averle Capirosse, Rondini Rossicce, un Insetto Stecco, parecchie Sfingi del Corbezzolo e molto, molto altro ancora. 
Certo, è un posto che va visitato con una guida locale: è vasto, incasinato, e se non si sa dove guardare ci si perde il meglio dello spettacolo. Ma se vi è venuta la voglia di farci un giro, e me lo auguro, contattatemi: magari si riesce organizzare qualcosa..

E questo è tutto, gente. Come sempre vado a preparare un nuovo lancio, voi restate nei dintorni. Alla prossima.

on aprile 07, 2025 by Fabrizio |  

sabato 22 marzo 2025

Vacanze 2024: Carcassonne. Mercoledì 14 agosto.


 Come avrete notato negli ultimi post, il tempo è andato peggiorando di recente. E infatti, finalmente, oggi piove. Che cu.. che fortuna, volevo dire. 


Carcassonne: credo che sia la cittadella medievale più famosa del mondo, anche per via dell'omonimo gioco da tavolo. Ed è un altro dei secondi siti turistici francesi più visitati dopo Mont Saint-Michel. La sua storia è a dir poco complicata, tra Romani, Visigoti, Mori, Carolingi, Catari, Crociati... e sono arrivato solo fino al XIII secolo,  secolo in cui fu ultimata la cittadella medievale vera e propria che ora andiamo a visitare. Per chi volesse leggere in maggior dettaglio la storia di Carcassonne, dal neolitico al presente, lascio un link all'ottimo capitolo di Wikipedia.


Quello che vediamo è un restauro ricostruttivo piuttosto pesante. E, naturalmente, controverso. Anche per via delle modifiche apportate alle strutture originali e alcuni importanti errori di ricostruzione. Questi ultimi più supposti che dimostrati, a dire il vero. Metto un riferimento con tutta la storia della Cittadella in dettaglio, sempre da Wikipedia: a questo link. Certo che se la gente la smettesse di abbandonare e smantellare i siti storici a seconda delle proprie esigenze sarebbe tutto più semplice. I lavori di restauro partirono intorno al 1835-1840 e furono  dichiarati conclusi nel 1913, più o meno 74 o 75 anni dopo. Ci si può bene immaginare come doveva essere conciata la cittadella prima... Comunque, a me, il lavoro, per come è venuto fuori, piace. E in una giornata come questa, ce lo potremo anche vedere bene: non ci sarà nessuno! 


E invece un par di ... e invece no, volevo dire. Quando arriviamo c'è il riflusso dei senza ombrello, in fuga o in cerca di riparo. Poco dopo comincia a piovere per davvero, ma le viuzze restano piene. Chissà che casino col bel tempo, già non si respira così. Saranno qui per la Cassoulet? Visto che è quasi l'ora di pranzo e l'offerta mi sembra abbondante, perchè non provarla? Ma perchè abbiamo un cane, ovvio.. Per la prima volta da quando siamo arrivati in Francia troviamo dei ristoratori misocini (vuol dire "che odiano i cani", per quel che ne so è una parola che mi sono inventato io). Alcuni ci rimbalzano direttamente all'ingresso, uno ci accompagna al tavolo e poi ci dice che non c'è posto.. 


Pazienza: come dicevo, l'offerta è abbondante (anche se i posti all'asciutto lo sono un po' di meno), e alla fine riusciamo a mettere le zampe sotto al tavolo. E a provare la Cassoulet: ragù di fagioli, confit d'anatra (che già ci doveva perdonare per altro, così, facciamo un conto unico), lardo, cotenna, stinco di maiale, salsiccia, agnello, pomodoro e sedano. Ottima, la sto ancora digerendo adesso. 


Ma la pioggia, purtoppo, non molla. E allora ci tocca dargliela vinta e tornare all'auto.


Dove ci aspettano tutti i confort, chi meno e chi più. Molto di più... Comunque, come diceva il T800 nel primo teminator: I'll be back... 
Ma nel fratempo, voi rimanete nei paraggi: non ci metterò molto a lanciare un'altra pallina. Ma per ora questo è tutto,  gente. 
Alla prossima. 







on marzo 22, 2025 by Fabrizio |  

giovedì 13 marzo 2025

Vacanze 2024: Plage de la Salie Sud. Martedì 13 agosto.

 


Un post veloce veloce, solo perchè non  si poteva arrivare fin qui senza pucciare i piedi nell'oceano. Ma, come abbiamo già visto ad Arcachon, da queste parti trovare una spiaggia dove i cani siano ammessi non è così semplice. Con l'aiuto di Google individuiamo una location, arriviamo sul posto e non troviamo la spiaggia. Secondo tentativo: c'è un bel cartello di divieto. Terzo tentativo, e mi sento che è quello buono. Arrivarci, però, è un altro paio di maniche. Questa volta ci aiuta Mapy.cz, grande app per l'escursionismo che anche un idiota come me può utilizzare con profitto. E meno male, che altrimenti non sarei qui a scriverne...


 Per prima cosa andate al parcheggio della Plage de la Saile Nord, cioè qui. Lasciate pure la macchina all'ingresso, è più comodo. Poi recuperate la ciclabile e proseguite verso sud, fino all'accesso alla spiaggia che vedete nella prima foto in alto, a destra,  e anche qui. Purtroppo il parcheggio della Saile Sud non è più raggiungibile altrimenti, almeno alla data della nostra visita. Occhio a non perdervi. 


Ed eccoci arrivati alla spiaggia. E che spiaggia!  Un posto da surfisti, evidentemente. Questa è una scuola. Il tempo è minaccioso, ma non piove (e non pioverà) e fa parecchio caldo. 


Ed ecco l'oceano. Che, francamente, non mi pare abbia onde da surf. Ma i ragazzi della scuola sono comunque entrati in acqua e, al largo, stanno facendo lezione. Da fermi: si vede che si fa così.. Per Arya, invece, le onde sono fin troppo alte, tant'è che non entrerà in acqua. Questione di prospettive, evidentemente. 


Noi almeno i piedi a mollo li abbiamo messi. I piedi e basta, anche perchè appena lì accanto c'è il Il molo di La Salie, che altro non è che un condotto di 400 metri che scarica le acque in uscita da un depuratore. 


D'accordo, è tutto a norma UE. D'accordo, mentre eravamo lì sembrava inattivo. D'accordo, se ci hanno anche messo una scuola di surf avranno ben fatto dei controlli. Ma non si sa mai. 
E visto che i francesi non sono molto diversi da noi, vi lascio un link  ad un vecchio articolo sui guai passati da questa costruzione. In Francese, ma se, come me, non lo masticate a sufficienza, il traduttore automatico del browser basta e avanza per capire il senso della storia. Chissà se Oltralpe hanno "Striscia la Notizia".


Come ho detto, faceva un gran caldo. E Arya non ha voluto rinfrescarsi nell'Oceano. Però questi colpi di calore che ogni tanto mostra di subire secondo me sono anche un po' immaginari. O fasulli, per scroccare un passaggio. Comunque noi li prendiamo sul serio, la annaffiamo e ce la carichiamo in spalla. 
Mentre lei si ripiglia e io preparo la nuova pallina da lanciare, voi non andate troppo lontano. 
E questo è tutto, gente. Buone passeggiate.







on marzo 13, 2025 by Fabrizio |  

giovedì 6 marzo 2025

Vacanze 2024: Dune de Pilat. Martedì 13 agosto.


Ed eccoci qui, avec tout le monde, ai piedi della grande duna di Pilat: 109 metri di sabbia fine fine che sono stati, in un certo senso, il motore immobile di queste vacanze. 


La duna, in effetti non è sempre stata così alta: fino alla metà del 1800 misurava solo a 35 metri. E neanche così frequentata: è solo dagli anni '80 che il turismo è arrivato fin qui, come noi, per fare un giro. E c'è da dire che i Francesi, come spesso fanno, hanno saputo gestire la cosa piuttosto bene. C'è un parcheggio, ampio ma non infinito, e la Gendarmerie che rimbalza via il traffico quando si è riempito. Nei giorni di punta è meglio non arrivare dopo le 10 di mattina, ma nel pomeriggio si liberano un po' di posti. Occhio che non sempre la strada di accesso viene riaperta, però: vedete voi se rischiare.  Ci si può arrivare anche con i mezzi pubblici, i servizi essenziali – toilette, lavandini, posti a sedere – sono quantomeno adeguati. Ristorazione, souvenir shops e altri generi di conforto sono a disposizione. C'è una certa qualità, e i prezzi sono decenti.  L’allestimento mostra un minimo di gusto e, soprattutto, un minimo di sforzo per arginare (o quantomeno contenere) l’impatto sull'ambiente di noi mandria di turisti privi di criterio.

E allora non ci resta salire, ognuno con i suoi mezzi e per le sue vie. 


E alla fine si arriva in cima, ad ammirare il panorama. Che spettacolo, vero? Ah, a proposito di panorama: lo vedete quella specie di isolone a qualche centinaio di metri dalla costa, appena al di sopra di Arya nella foto?


Ecco, qui forse si vede meglio. E' il Banc d'Arguin, un banco di sabbia lungo circa 4 km e largo 2. Vale la pena di parlarne perchè è, in un certo senso, il "padre" della nostra duna. Proprio lì, infatti, le correnti marine e fluviali hanno accumulato, da sempre, grandi quantità di sedimenti. Come fanno del resto le correnti in un sacco di altri posti nel mondo. Beh, fino a metà (più o meno) del'800 il Banc d'Arguin era un gran bel banco, molto più alto e molto più vasto della barena che vediamo oggi. E la duna era solo una duna, come tante altre. Poi, in un secolo scarso, quasi tutta la sabbia del banco, e altra ancora proveniente dall'entroterra, venne trasportata qui dal vento, accumulandosi "rapidamente" fino a formare la Duna di Pilat, la più alta d'Europa. Le ragioni di questo "repentino" spostamento, più unico che raro nel suo genere, non sono chiarissime. Probabilmente si verificò un articolata serie di eventi, più o meno concomitanti, tra cui cito: un iniziale aumento delle tempeste atlantiche,  il cambiamento del flusso delle correnti nella baia di Arcachon, la riforestazione delle aree retrodunali, i disboscamenti agricoli nell'entroterra, e poi c'è  stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette. Non è stata colpa mia, lo giuro.


Qualunque sia la ragione per cui l'universo necessiti di una duna di 109 metri proprio qui, noi ci siamo in cima. E, visto che ci siamo, tanto vale farci quattro passi.  


Non è una bella giornata, immagino che si sia notato. Anche se fa caldo. Ma c'è un po' di pioviggine che viene e che va. Al momento viene, quindi fuori l'ombrello.. 


E adesso se n'è andata, quindi fuori il cane. Almeno per la foto, dove Arya mostra la sua consueta felicità nel partecipare ai nostri autoritratti. 


E, come chiunque sia mai salito sa bene, prima o poi bisogna pensare a scendere. Per di qui. Ossignur, ma siamo sicuri? Vabbè: per ora è tutto, gente. Mentre aspetto che il ragazzino in rosso si levi di mezzo, voi non correte troppo lontano: qualche giorno ancora e la pallina sarà pronta per essere lanciata di nuovo. 
Buone passeggiate. 

on marzo 06, 2025 by Fabrizio |