sabato 14 dicembre 2024

Vacanze 2024: Dordogne, La Roque-Gageac. Sabato 10 agosto.

Il dipartimento della Dordogna è famoso per i suoi castelli.  Per i suoi castelli e per la cucina a base di oca e di anatra. Ma noi parliamo dei castelli. Nei dintorni ce ne sono cinque, di cui due visitabili con il cane. Quello di La Roque-Gageac no, ma il villaggio medievale invece sì. E allora partiamo da qui, e per essere più precisi dai parcheggi lungo la riva della Dordogna.  


Come avrete senz'altro notato Arya, che nel frattempo ha trovato un amico, sta fissando incuriosita i barconi ormeggiati alla banchina. Barconi che potete vedere in maggior dettaglio nella terza foto del collage, circondati da canoe (o kayak) facenti funzione dei nostri pedalò. In effetti la navigazione fluviale è un'attività molto diffusa lungo la Dordogna, come anche lungo parecchi altri corsi d'acqua del circondario. La moda, probabilmente, l'hanno lanciata i Vichinghi, che già regatavano da queste parti nel IX secolo. 


 Come raccontato anche nel cartello qui sopra, che mi sono fatto tradurre da Chat GPT per i non Francofoni. Come me. "Numerosi resti delle epoche preistoriche e antiche sono stati portati alla luce nei pressi della falesia o nel perimetro del comune. Se si dovesse supporre un'origine probabile del borgo di La Roque-Gageac, questa risalirebbe all'Alto Medioevo. Sappiamo con certezza che, già dalla seconda metà del IX secolo, i Vichinghi risalivano le acque dei fiumi del Périgord grazie alle loro lunghe imbarcazioni chiamate drakkar. Approfittando dell'effetto sorpresa, questi Vichinghi pagani saccheggiavano villaggi, chiese e altri monasteri (come a Saint-Cyprien)... per poi ripartire altrettanto rapidamente. Di fronte a queste feroci razzie, la cavità situata a metà altezza potrebbe aver servito come rifugio ultimo per gli abitanti del luogo, poiché monete del X secolo sono state ritrovate nei pressi della roccia. Per analogia con il forte trogloditico di La Roque Saint-Christophe sulla Vézère, si potrebbe anche supporre che la falesia sia stata espressamente attrezzata per fermare la risalita dei "barbari" scandinavi sulla Dordogna."  


Ecco qui nel mondo reale la scaletta per raggiungere le grotte fortificate disegnata nel cartello di sopra. Se è quella del IX secolo si è tenuta bene. Ma procediamo con ordine, prima di arrivare alla falesia bisogna attraversare il paese, a partire da una specie di giardino botanico (Jardin Exotique) con addirittura un bananeto. 


Poco più avanti c'è una chiesetta, che vista così, magari, non dice un gran che. Ma all'interno è semplicemente spettacolare. 


Non per gli arredi o per i decori, che gli addetti ai lavori non me ne vogliano. Ma per la presenza di diversi nidi di rondine, con relativi occupanti. E relativi svolazzi, tra i giovani che si contendono i posatoi più in vista per reclamare il cibo e gli adulti che vanno e vengono per recapitare le vivande. San Francesco ne sarebbe stato entusiasta, i fedeli a messa magari un po' meno. Pazienza, non si può accontentare tutti. 


La via che stiamo percorrendo prosegue a mezza costa e attraversa tutto il villaggio. Passa sotto la falesia e il forte di La Roque-Gageac che abbiamo visto prima (riaperto ai visitatori dal 2020), poi continua fino al castello e alle falesie più lontane. E oltre, tornando sul fiume. 


Il 17 gennaio 1957 una parte della falesia crollò sul villaggio, distruggendo molte abitazioni e uccidendo tre persone. La comunità di La Roque-Gageac decise di lasciare questa roccia sul posto a perenne memoria delle tre vittime. 


Ed ecco il castello: Château de la Malartrie. Splendido, blindato e diventato un resort di lusso. Peccato che noi abbiamo già prenotato da un'altra parte, a saperlo magari una suite o due le potevamo anche prendere. 


E invece siamo tornati alla macchina, perchè è già ora di spostarci al prossimo castello. Ma di questo parleremo un'altra volta. Voi non correte troppo lontano, però: la palla è quasi pronta per un altro lancio. 🖖 
 



 

on dicembre 14, 2024 by Fabrizio |